Per battere i volenterosi svedesi, una squadra al livello del Chievo o del Sassuolo, abbiamo tirato nello specchio della porta sei volte e crossato quaranta volte, quasi sempre palla alta dalla trequarti, per essere sicuri che la prendessero sempre loro.
Non li abbiamo saltati in dribbling mai e non abbiamo preso gol soltanto perché l’arbitro ha deciso di non dare quattro rigori (due per noi e due per loro), favorendo l’Italia anche se non abbastanza.
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